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La finanza che specula sul cibo

Gli speculatori fanno bei profitti speculando sul prezzo del cibo nei mercati non regolamentati. Il risultato? Tasche sempre più piene per pochi e piatto sempre ...

Rocco Rorandelli per Banca Etica

Gli speculatori fanno bei profitti speculando sul prezzo del cibo nei mercati non regolamentati.

Il risultato? Tasche sempre più piene per pochi e piatto sempre più vuoto per decine di migliaia di persone che si trovano ad affrontare carestie, malnutrizione e povertà.

Ebbene sì, anche il cibo, come petrolio, oro, materie prime, viene scambiato sui mercati finanziari.

Come funziona? Hedge funds, banche e fondi pensione scommettono sul prezzo del cibo. Lo fanno scambiandosi contratti futures che vengono sottoscritti al solo scopo di “fare soldi” (in origine questi contratti venivano stipulati per stabilizzare il prezzo dei raccolti e assicurarli rispetto a eventi imprevisti).

La continua compravendita di questi contratti in mercati non regolamentati li slega completamente dal valore sottostante (quello del cibo appunto!) e li fa diventare dei pezzi di carta il cui valore sale o scende esponenzialmente.

“Stop banks betting on food” è una campagna internazionale che chiede nuove regole per fermare la speculazione sul cibo.
La campagna ha inviato al Parlamento Europeo una lettera sottoscritta da 8.000 persone per chiedere di agire urgentemente, proponendo 3 azioni concrete:

  • rendere trasparenti le operazioni che influenzano il prezzo del cibo, vietandole nei mercati non regolamentati;
  • obbligare le istituzioni finanziarie a dichiarare quanti contratti “futures” possiedono e se questi scommettono sull’aumento o la riduzione dei prezzi;
  • definire il numero di contratti massimo che un solo soggetto può detenere.

Queste azioni possono, in poco tempo, ridurre la tensione sui prezzi del cibo ed evitare la nascita di nuove bolle speculative.

Sei sicuro che qualcuno, con il tuo risparmio, non stia speculando sulla fame? È un problema che riguarda anche noi. Non credi?