C’è accordo contro la speculazione sul cibo, ma le regole sono troppo deboli!

La Ue approva nuove norme per contrastare la speculazione sul cibo, ma sono ancora troppo deboli e la società civile promette battaglia.

Primo colpo alla speculazione sul cibo. Dopo cinque anni di campagne della società civile, la UE ha finalmente approvato una serie di regole per contrastare la speculazione finanziaria che influenza i prezzi del cibo, una questione di vita o di morte per milioni di persone nei paesi in via di sviluppo. La brutta notizia è che queste regole potrebbero non funzionare.

Il 15 febbraio scorso gli europarlamentari hanno approvato i Regulatory Technical Standards (RTS) che secondo Finance Watch, Oxfam e altre organizzazioni che da anni fanno campagna sul tema avrebbero dovuto essere rifiutati perché troppo deboli. I Regulatory Technical Standards (RTS) sono stati votati a favore da 339 europarlamentari, rifiutati da 339 e 12 si sono astenuti. Purtroppo occorreva il voto contrario di 376 europarlamentari.

A gennaio 2018 entreranno in vigore le regole che alcuni europarlamentari, sostenuti dalle organizzazioni della società civile, volevano fossero migliorate dalla Commissione. Le regole, che implementano le misure del Markets in Financial Instruments Directive del 2014 (MiFID II), sono state adottate dalla Commissione Europea a dicembre 2016. Introducono i cosiddetti limiti di posizione che fissano un tetto al numero di contratti che un trader o un gruppo di trader possono detenere di un particolare bene. Lo scopo è evitare che si generi una concentrazione da parte di individui o gruppi permettendo loro di esercitare un’influenza eccessiva sui prezzi del cibo.

Le preoccupazioni riguardano i mercati dei futures e di altri derivati collegati a materie prime alimentari, come il grano, il mais, la soia o lo zucchero. Quando gli speculatori finanziari dominano, le loro attività possono condizionare il prezzo dei beni sottostanti, con conseguenze reali per milioni di persone.

Perché i limiti alle posizioni funzionino, devono essere fissati abbastanza in basso affinché nessun singolo trader possa acquisire una posizione dominante. Ma le regole permettono agli speculatori di controllare fino al 35% di consegna materiale del prodotto sottostante collegato ai derivati. Questo limite non è sufficiente per far sì che la speculazione sul cibo smetta di essere un problema. Ora tocca ai legislatori nazionali usare la propria discrezione per assicurare che questo possa succedere.

Il voto sul filo e il fatto che molti eurodeputati abbiano cambiato opinione nel corso del tempo, ponendosi contro gli speculatori è la prova che i cittadini, quando agiscono insieme, possono fare la differenza. Finance Watch, Oxfam e le altre organizzazioni promettono che continueranno a vigilare.

Per saperne di più, leggi il comunicato di Oxfam.