Questo articolo è stato pubblicato oltre 8 anni fa e potrebbe contenere dati o informazioni relative a fonti/reference dell'epoca, che nel corso degli anni potrebbero essere state riviste/corrette/aggiornate.

Per informarsi e per agire

Vi chiama un vostro conoscente. Vi chiede di prestargli 1.000 euro, per giocarseli alla roulette. Promette che se vince ve li restituisce e vi fa anche ...

Portrait of a businessman drinking a cup of coffee

Vi chiama un vostro conoscente. Vi chiede di prestargli 1.000 euro, per giocarseli alla roulette. Promette che se vince ve li restituisce e vi fa anche un bel regalo, altrimenti non li rivedete, però amici come prima. In alternativa, vi propone un altro affare: con i vostri 1.000 euro può partecipare a un traffico d’armi verso un Paese in guerra, con un bel guadagno per entrambi.
Chi presterebbe il proprio denaro a questo conoscente? Probabilmente in pochi. Sicuramente, molti meno di quanti affidano i propri risparmi a banche, fondi di investimento e fondi pensione, gestori finanziari, senza farsi poi nessuna domanda sull’utilizzo che ne viene fatto. Soldi che però non stanno fermi, ma vengono impiegati per determinate attività e non altre. Non parliamo di briciole: è vero che singolarmente le somme che noi affidiamo a un intermediario sono molto limitate, ma sommando quelle di ogni correntista o risparmiatore otteniamo la gran parte del denaro che circola nel pianeta. I maggiori investitori sui mercati finanziari sono banche, fondi pensione e di investimento, assicurazioni. Tutti soggetti che si alimentano con i nostri soldi, ma sulle cui decisioni solitamente sappiamo poco o nulla.
Decisioni che hanno però impatti enormi sull’insieme dell’economia e sulle nostre vite.
 
L’attuale sistema finanziario esaspera l’instabilità dei prezzi e crea continue crisi. Non solo, ma oltre ad alimentarsi delle nostre risorse, negli ultimi anni ha avuto un continuo bisono di enormi capitali pubblici per non collassare. Dai piani di salvataggio al quantiative easing, dall’azzeramento dei tassi alla liquidità, è quasi impossibile anche solo enumerare le misure messe in campo per sostenere e puntellare la finanza. Tutto questo mentre Stati e cittadini che hanno subito la crisi provocata dalla stessa finanza senza regole sono strangolati dall’austerità.
Al culmine del paradosso, non solo parliamo di un sistema tanto ipertrofico quanto instabile, ma che nemmeno funziona, ovvero non riesce a fornire capitali alle attività produttive e all’economia. Mentre strumenti sempre più complessi permettono di scommettere sul prezzo del cibo, milioni di contadini sono esclusi dall’accesso al credito. Somme stratosferiche inseguono profitti con scambi in millesimi di secondo, e non un euro va a finanziare attività economiche.
 
Invertire la rotta significa agire lungo diverse direttrici. La prima è “dall’alto”, con l’introduzione di poche regole per chiudere il casinò finanziario e frenare la speculazione: da una tassa sulle transazioni finanziarie alla separazione tra banche commerciali e di investimento a limiti all’utilizzo dei derivati, le soluzioni sono note. E’ una questione di volontà politica, e in questo senso è necessario informarsi e partecipare alle campagne e iniziative che cercano di fare sentire la voce della gran parte dei cittadini, del “99%”, riprendendo uno slogan di Occupy Wall Street.
Nello stesso momento, è forse ancora più importante agire “dal basso”, con una riflessione sull’uso che viene fatto del nostro denaro. Abbiamo la possibilità di avere un doppio impatto: da un lato sottrarlo alle logiche speculative, dall’altro affidarlo invece a istituzioni che operano in piena trasparenza, valutando le ricadute non economiche dell’agire economico e finanziando progetti con ricadute positive sull’ambiente e la società. Decine di migliaia di persone hanno scelto la finanza etica e mostrano concretamente come tali scelte siano possibili.
Il primo fondamentale passo è informarsi. Cercare di capire i mecccanismi della finanza, troppo spesso considerata a torto “materia per esperti”, farsi una propria idea ed essere in grado di operare delle scelte consapevoli. E’ in questo senso che il sito di Non Con I Miei Soldi ha deciso di rinnovarsi, per diventare uno strumento di informazione e di formazione: un blog con articoli e approfondimenti su cosa non va nel mondo finanziario, un glossario per comprendere i termini tecnici, dossier dedicati a temi specifici, link a campagne e reti internazionali. Uno strumento per provare non solo a non essere più vittime di questo sistema finanziario, ma diventare parte attiva del cambiamento verso un differente modello economico, sociale e ambientale.